Corte unitaria dei brevetti

La sede principale della Corte è stata attribuita a Parigi, con sezioni a Monaco e Londra

Il Consiglio Europeo del 28-29 giugno 2012 ha raggiunto un accordo in relazione alla sede della futura divisione centrale della Corte unitaria dei brevetti per la quale si erano candidati la Francia con Parigi, la Germania con Monaco e il Regno
Unito con Londra.
L’accordo è stato raggiunto con un compromesso che desta qualche perplessità in quanto la sede principale della Corte è stata attribuita a Parigi con l’indicazione che il primo presidente verrà dallo stato ospitante e dunque sarà francese, ma a
Londra e Monaco sono stati attribuiti rispettivamente una sezione della Corte specializzata nella chimica e farmaceutica e
competente per le materie di cui alla classe C e alla classe A della Classificazione internazionale, mentre a Monaco è stata attribuita una sezione specializzata nell’ingegneria meccanica e per tutto quanto compreso nella classe F della
Classificazione internazionale.
L’accordo ha anche specificato le situazioni in cui le parti di un litigio potranno avere la scelta di presentare il ricorso di fronte alla divisione centrale invece che alla divisione locale o regionale.
Il Consiglio infine ha “suggerito” che gli articoli da 6 a 8 della proposta di Regolamento relativa al brevetto unitario vengano cancellati. Si tratta di un suggerimento e dunque è possibile che il Consiglio e il Parlamento Europeo che devono approvare il testo di Regolamento alla fine decidano diversamente. Si tratta, come molti sapranno, di un punto importante perché tali articoli determinano la competenza della Corte di Giustizia su questioni di carattere brevettuale relative alla validità del brevetto e anche alle modalità di valutazione di un’eventuale contraffazione. E’ noto che questa previsione è stata determinata da un parere della Corte di Giustizia (emesso l’8 marzo 2011 sulla precedente bozza di accordo per la costituzione di una Corte dei brevetti dell’Unione Europea) ma è stata fortemente osteggiata da molti esperti brevettuali e in genere dall’industria e di tale contestazione apparentemente si è fatto portavoce al Consiglio Europeo il primo ministro inglese.

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